Orto Lunare - Fabio Pennacchia
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Orto Lunare

Data

2011

Category
Opere
LUOGO

MAAM Museo dell’altro e dell’altrove, Roma

Orto Lunare

presentazione di Giulia Lopalco

Sguardo rivolto verso l’alto e finalmente si comincia a salire.

Lungo le scale, cinque sfere progettate come micro serre, garantiscono, alla comunità di Metropoliz, il cibo e l’ossigeno per l’imminente insediamento sulla luna.

Partendo dal ‘nuovo mondo’, passando per il ‘vecchio continente’ e di nuovo in viaggio per il satellite terrestre, protagoniste dell’installazione sono le giovani piantine di pomodoro. Se l’acqua, la terra e la luce racchiuse nella capsule trasparenti diventano simbolo di una autosostenibilità necessaria e possibile, il pomodoro è metafora degli abitanti di Metropoliz. Originaria dell’America del sud, il Solanum lycopersicum arriva in Europa nel XVI secolo. Ritenuta una pianta velenosa, per ben due secoli, leggende popolari e pregiudizio la archiviano come ‘non commestibile’, riducendola a semplice ornamento. E’ solo nell’’800 che il pomodoro comincia a essere coltivato per uso alimentare, diventando nel tempo uno dei tasselli fondamentali della gastronomia italiana e non solo.

Impensabile immaginare oggi il nostro mondo senza pomodori!

Quand’è che sarà impensabile immaginare il nostro mondo senza coabitazioni multietniche come Metropoliz?

Tutto è pronto. Non rimane che partire, sbarcare e cominciare a coltivare.

LUOGO

Ujuni, Bolivia